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mercoledì 16 novembre 2011

La luce in fondo al tunnel

Sul fatto che B. non fosse più il personaggio più indicato per guidare il nostro paese la quasi totalità di chi legge sarà d'accordo. Sul fatto che chi governerà il paese nei prossimi anni compirà il miracolo della resurrezione economica della quale avremmo bisogno pure siamo tutti d'accordo. Cioè tutti concordiamo che probabilmente non ci si riuscirà. Partendo da questi due semplici e banali presupposti, mi preme analizzare ciò che è successo negli utlimi giorni dopo la caduta del governo B e successivamente cosa ci aspetta.


Nelle piazze una festa al limite della liberazione ha ricordato a qualcuno quasi la caduta del più celebre B, B di nome però. In effetti le reazioni sconsiderate nelle piazze sono state quasi all'altezza. In un tempo in cui la gente fatica ad esprimersi e a scendere in piazza manifestazioni del genere sono incredibili, quanto lo erano quelle per B di nome.

Certo non se ne poteva più. Che fosse colpa di uno o dell'altro io non sto a giudicare, ma di sentir parlare di B di cognome non se ne poteva davvero più. Un po' perchè qualcuno mascherava le sue mancanze di governo con la scusa delle sue beghe legali, un po' perchè altri mascheravano la povertà di idee e coesione unendosi contro un nemico comune e le sue beghe legali, ciò che pensiamo tutti noi comuni mortali è semplice e conciso: non se ne poteva più.

Allora ben vengano le feste in piazza, senza magari gli sputi e le monetine che da che mondo è mondo servono solo a rovinare le feste, ma ben venga la partecipazione della gente. Ora però occhio. Perchè B. non è finito. Insieme a lui ci sono una schiera di politici di appartenenza trasversale che vanno epurati con un serio trattamento chemioterapico. Per estirparli certo si dovrà tirar via anche del buono, ma ora via tutti. E questo non è populismo, è realtà. Altrimenti nell'ordine: il galoppino di B va all'opposizione, passano due o tre anni che ci dimentichiamo che era amico di B, va al potere, ci ritroviamo di nuovo nei pressi di quei due famosi alberi da frutto.

Realtà dicevo, che ci dice che ancora una volta il nostro presidente Napolitano ci ha salvato la faccia in una situazione nera come gli abitanti di Nairobi. Il "Pres" ha tirato fuori una perla diplomatica dal cilindro e ha messo al timone una persona al momento estranea come non mai alla politica e mai schieratasi, non in vista a livello mediatico ma stimata da tutto il mondo che lo conosce, soprattutto in Europa.

Quindi fiducia. Diamo fiducia a quello che era il mio sogno, il sogno di tutti. Un governo SENZA politici. Un governo di gente esperta e sempre più abituata a fare che a parlare. Abituata a operare per il bene della propria azienda e non per raccogliere voti. Questa a mio avviso dovrebbe essere la normalità, il mestiere del politico non dovrebbe esistere. E allora fiducia a questi qua, che per il 90% non abbiamo mai visto né sentito. Diamogli la possibilità di fare questo miracolo, contro quei 600 nullaconcludenti che tra camera e senato hanno passato gli ultimi 20 anni a trascinarci nel baratro.

Usciamo di casa con il sorriso di chi spera, e la voglia di rimboccarsi le maniche di chi ci crede ancora. Ognuno con il suo mattoncino. Non ci riusciremo? Probabile. Ma se non ci proviamo nemmeno allora il non riuscirci non è probabile, è certo.

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