Il mio intervento sul bilancio di previsione 2025-2027 in Consiglio Comunale, il 14 gennaio 2024.
[Sotto la trascrizione completa]
Grazie presidente, siamo finalmente arrivati al giorno in cui il bilancio va in votazione nel nostro consiglio comunale. E’ il 14 gennaio, il che significa che siamo in esercizio provvisorio, qualcosa che nel nostro comune non accadeva da tempo e che è accaduto solo in situazioni molto particolari, quando per esempio i governi nazionali tardavano a definire le leggi di bilancio e il patto di stabilità strizzava i conti degli enti locali. Oggi la situazione è ben diversa, eppure siamo qui, ad anno iniziato senza un bilancio comunale approvato.
Se siamo fuori tempo massimo è evidente che qualche problema c’è stato. E’ evidente che qualche problema c’è. Lo ha ammesso il Sindaco sul piano politico dicendo che sono stati sei mesi difficili, lo ha ammesso più velatamente anche qualche assessore dal punto di vista tecnico e siamo sicuri che qualcuno tra la maggioranza si sia anche battuto con forza perché questo bilancio non ci arrivasse, drammatico, così come ci è arrivato, cercando di mettere un argine a tagli su voci di spesa importanti, e potrebbe essere questa la ragione del ritardo che ci ha portato all’esercizio provvisorio.
Nonostante questi due dati di fatto, sui media e sui giornali continua a risuonare l’eco degli ultimi 5 anni: è colpa dei 40 anni precedenti. A volte penso a cosa direbbe un sindaco del passato come Zaniboni che ebbe il coraggio di portare avanti il progetto della diga di Ridracoli, di fronte al vostro piano degli investimenti in cui vi vantate di ripiastrellare Corso della Repubblica e di mettere le luci ai “giardini pubblici”, come li chiamate voi, anziché chiamarlo Parco della Resistenza. Basta Signor Sindaco, metta un freno ai suoi assessori e ai suoi consiglieri di maggioranza perché dopo 5 anni di bilanci Cicognani questa storia è finita. 5 anni fa i conti del comune di Forlì erano in ordine, vi era anzi stato lasciato un tesoretto che avete avuto modo di usare. Ora è il momento in cui i nodi sono arrivati al pettine ed è inutile che l’assessore Cicognani venga a raccontarci sui giornali che non ci saranno tagli: forse è scontato che i nostri concittadini non autosufficienti non verranno cacciati dalle strutture e lasciati per strada, ma è abbastanza questo per dire che va tutto bene?
E poi l’accusa di aver sbagliato i conti, mi spiace assessore ma i conti li abbiamo fatti bene, il confronto non l’abbiamo fatto con la previsione del 2024 ma con il dato definitivo del 2023, e ci sono la bellezza di 4M di € in meno sul welfare! 4M in meno, il 15% di quanto speso nel 2023, scritti nero su bianco nel bilancio del 2025. E allora le opzioni si restringono, sono due: o tagliate i servizi, o a settembre i soldi sono FINITI. Fate finta di nulla ma sapete benissimo che offrire gli stessi servizi con 4M di € in meno semplicemente non è possibile.
Sarebbe vostro dovere, oggi, assumervi la responsabilità di dire alla città cos’è successo, e cosa succederà, invece tocca a noi fare delle supposizioni. Da un lato sicuramente ci sono i tagli del governo, in particolare sulla non autosufficienza, non compensati minimamente da quelle pochissime risorse che arrivano nella nostra provincia per sperimentare il cosiddetto “progetto di vita”, che resterà fermo al palo. Dall’altro c’è il dato di fatto che il nostro comune stava economicamente bene, e negli anni scorsi ha deciso di spendere ciò che non si poteva spendere. Con quale visione pianificare sussidi e servizi che non si potevano mantenere nel tempo neanche per pochi anni? L’unica visione che vi interessa: vincere le elezioni.
E allora per accaparrarsi qualche voto in più via con assegni di cura a pioggia, con posti pagati in strutture convenzionate anche a chi si poteva permettere di pagare qualcosa, senza pensare che tutto questo aveva un prezzo per la collettività e il prezzo è da pagare oggi: 1.2M in meno di interventi sui minori, 600mila euro in meno sul diritto alla casa, 2M379mila euro in meno sui servizi socio sanitari.
Venendo alla scuola, anche qui i tagli sono del 13% rispetto a ciò che abbiamo speso nel 2023. Ora Cicognani le chiedo se nel ‘2023 avete messo 2M e mezzo di rimborsi per l’alluvione nei capitoli di spesa dei nidi, perchè se non è così questi tagli sono veri, come quelli al welfare. E la situazione è ancora più grave se si entra nei dettagli tecnici: le entrate di quest’anno sono stimate molto più alte rispetto a quelle dell’anno scorso. E anche qui è molto semplice: o ci sono più bambini, oppure alzerete le rette, in contrasto a quanto scritto nel DUP dove vi ponete come obiettivo quello dell’abbattimento delle rette scolastiche. Quindi chiedete più soldi alle famiglie per offrire servizi che costano meno, e ci raccontate che va tutto bene. Avevamo chiesto dei numeri in commissione, sull’andamento dei posti nei nidi e nelle scuole dell’infanzia, non ci sono stati presentati, speriamo non ci siano sorprese troppo gravi.
Singolare un dato sulle mense, dove vengono alzate le entrate per i pasti degli asili comunali (anche qui, o ci saranno più bambini, o i pasti costeranno di più alle famiglie) mentre restano invariati i costi per le scuole paritarie che usufruiscono della cucina centralizzata del comune.
Allora forse è questo il piano, il lento ma costante depotenziamento del servizio pubblico, e fa sorridere, un sorriso amaro ovviamente, che i tagli più consistenti siano proprio qui, su welfare e servizi per l’infanzia, perché sono proprio le due voci di spesa che più supportano le famiglie, nella gestione delle persone non autosufficienti, degli anziani, dei bambini. Quelle famiglie che per voi sono la priorità, a parole, ma che oggi non trovano posto al nido per i loro figli. Quelle famiglie che cercano aiuto per gestire un genitore anziano e vedono ridursi i posti letto nelle strutture pubbliche.
Tagli ci sono anche sulle attività culturali e persino su un capitolo che vi sta tantissimo a cuore, il sistema integrato di sicurezza urbana, che tanto decanta l’assessore Bartolini, belle parole e -400mila € nel 2025, nel frattempo ogni giorno sui giornali ci sono notizie più preoccupanti, l’ultima oggi di una aggressione al centro commerciale.
Dite di voler puntare sul turismo, lo fate sempre e solo a parole, parole e luminarie per la precisione. Potremmo essere una importante città per il risorgimento italiano e la tomba di Aurelio Saffi versa in condizioni pietose, siamo diventati una città d’arte grazie agli importanti investimenti della Fondazione in particolare nel San Domenico e vendiamo casa del Palmezzano, uno dei più illustri artisti forlivesi insieme al Melozzo, che peraltro confina col Palazzo Romagnoli che volete ristrutturare senza sapere cosa metterci dentro, non è ancora stato ricostruito il guado sul montone che fa parte del cammino di Sant’Antonio, che va da Padova all’eremo di Monte Paolo, il più importante santuario Antoniano dell’Emilia Romagna, prima residenza del santo in Italia che ricordiamo all’epoca, prima di Padova, veniva ricordato come Sant’Antonio da Forlì, avete fatto abbattere la casa natale di Giovanni Battista Morgagni, forlivese e considerato il fondatore dell’anatomia patologica moderna. Per il turismo in questo bilancio ci sono solo parole, luminarie e miglio bianco, nel vostro progetto assurdo di rendere il viale della Libertà l’attrattiva turistica di questa città, forse pensando di tendere la mano al turismo nostalgico del quale, vi dico onestamente, facciamo invece volentieri a meno perché oggi quello che si affaccia sul piazzale della vittoria si chiama Parco della Resistenza!
Vorrei fermarmi qui ma devo rincarare ulteriormente la dose: questo bilancio è pericoloso per la città, perché nonostante i tagli scritti nero su bianco non riusciamo comunque a coprire le spese correnti con le entrate correnti. E’ un passaggio un po’ tecnico, ma per trasportarlo nella vita di tutti i giorni è come se il nostro stipendio fisso non bastasse per pagare le bollette e il cibo che dobbiamo comprare tutti i mesi, e fossimo costretti a usare delle entrate saltuarie per arrivare a fine mese. Nel caso del bilancio comunale queste spese sono coperte con oneri di urbanizzazione per tutti e 3 i prossimi anni, è tutto legale per carità, ma sono entrate saltuarie e una tantum su cui non si può contare a lungo, come evidenziato anche dalla relazione dei revisori, nonostante le parole di rassicurazione di Cicognani.
Ci sono poi altri aspetti che sembrano pensati appositamente per rendere questo bilancio incomprensibile, e sostanzialmente inutile se lo si vuole leggere per capire quali siano le priorità di questa amministrazione. Così dei 155M di investimenti del piano triennale scopriamo per vostra stessa ammissione che di realistici ce ne saranno 25 o 30, tutto il resto è lì per mascherare qualcosa, per non far trasparire la mancanza di progettualità, per non far capire dove si vuole realmente investire, oppure peggio perchè dove volete investire non lo sapete ancora neanche voi.
Parlando di priorità, arrivano da consiglieri della maggioranza anche accuse sul fatto che non sappiamo dare la giusta priorità alle cose, visto ciò che è successo nel 2023, perché abbiamo chiesto che in due anni venisse rimossa quella montagna di terra alluvionale dal Parco Urbano. Quali sono le priorità dovreste dircelo voi allora: forse sono le fogne, sulle quali non c’è quasi nulla in questo bilancio, o l’ufficio di protezione civile che continua ad essere composto da un unico dipendente al servizio di 15 comuni? Ditecelo quali sono le priorità di questa città perché noi vediamo solo articoli su articoli di giornale che riportano le vostre parole sulla Ripa, su Corso Mazzini, sulla Rocca di Ravaldino, sull’ex Eridania, sul Mercato Ortofrutticolo, mentre nel mondo reale non esistono progetti né finanziamenti per nessuna di queste opere…
E concludo anticipando la classica accusa che ci farete: “voi non proponete niente”. Vi rispondo purtroppo come dovrebbe rispondere una politica seria, con la risposta più vera, e amara, possibile: la soluzione non c'è. Andate dal vostro governo a chiedere i soldi che hanno tagliato agli enti locali, andate dal vostro governo a chiedere indietro i soldi che avete sprecato negli scorsi 5 anni per le luci di Natale, per pitturare l’asfalto senza cambiare le condizioni di sicurezza dei ciclisti, per avere i prati inglesi nei parchi il mese prima delle elezioni, per il cantiere in Corso della Repubblica che fa scuola nel campo delle risorse PNRR spese male.
Le elezioni sono lontane, basta parole, spegnete la propaganda e diteci la verità: vi abbiamo chiesto quali servizi verranno meno, quali servizi costeranno di più ai cittadini, per quanti mesi i costi dei servizi sono scoperti nel 2025. Tre domande che sono rimaste senza risposta dalla commissione della settimana scorsa e che non possono che renderci molto preoccupati, e costretti a votare contro questo bilancio.
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